Sta per partire la stagione dei grandi appuntamenti del settore. Molte le manifestazioni dedicate alla moda, anche se le maggiori restano tradizionalmente quelle di Milano e Firenze. Vicine a Parigi e incalzate da Barcellona e Berlino, puntate sullo streetwear, e da New York, centrata sul denim.
Lo scorso anno si è svolta la prima edizione di Milano Unica, una fiera del tessile italiano che ha riunito quattro iniziative diverse, Ideabiella, Ideacomo, Moda In e Shirt Avenue, e nella quale rientrerà nella prossima edizione anche Pratoexpo, con l'obiettivo di contrastare il colosso parigino Premiére Vision. E con la stessa lente si può leggere l'accordo tra Sistema Moda Italia, l'associazione delle industrie della filiera tessile abbigliamento di Confindustria, e Centro di Firenze per la Moda Italiana che ha affidato a Pitti Immagine anche le tre manifestazioni milanesi dedicate alla moda femminile, White, Neozone, Cloudnine, che si svolgono nella settimana delle sfilate, dal 23 al 26 febbraio.
Al via tra due giorni la nuova edizione di Pitti uomo. «C´è un grande dinamismo e molti appuntamenti, in Italia e all´estero, che si potenziano. Bisogna fare le scelte giuste, spiega Agostino Poletto, vicedirettore di Pitti Immagine, e attrezzarsi per giocare la partita sulla dimensione globale. La fiera va affrontata come un prodotto in sé, con una grande capacità di trovare i marchi migliori, anche quelli piccoli, in giro per il mondo, e con una regia importante che non assomma prodotti ma offre un progetto globale, con segmentazioni diverse, come farebbe una rivista di classe». «In più, prosegue Poletto, la moda dialoga direttamente con il design nell´arredamento: tanto che abbiamo lanciato Pitti living, che si svolge a Milano proprio nei giorni del salone del mobile».
Numeri imponenti quelli del salone internazionale del mobile, dove il design è protagonista. Duecentoventimila metri quadi nel nuovo quartiere fieristico di Milano, milleottocento espositori, 520 giovani designer: queste alcune cifre della prossima edizione, che potrebbe superare il successo dello scorso anno quando i visitatori erano stati oltre duecentomila con un aumento del 10%, più della metà gli stranieri. «Non esiste una mostra così grande al mondo in nessun altro settore. Praticamente è una città e ci vogliono almeno tre giorni per visitarla, scegliendo bene cosa vedere, e nonostante questo siamo stati costretti a lasciare fuori più di quattrocento espositori», spiega Manlio Armellini, amministratore delegato di Cosmit, società partecipata da Federlegno e dalle associazioni commerciali e artigianali di categoria e figlio d´arte visto che proprio il padre, Tito Armellini, lanciò la prima edizione nel 1961. Tredicimila metri quadri allora, quasi venti volte di più oggi e manifestazioni ad hoc, i saloni worldwide, realizzati a New York e a Mosca, patria di adozione per i mobili italiani visto che dai 10 milioni di euro di esportazioni del 1992 si è passati agli oltre 543 del 2004. A farla da padrone è proprio lo spazio dedicato al design, con i maggiori marchi, da Cassina a Kartell, da Molteni a Driade. «Insieme ai designer più affermati, prosegue Armellini, abbiamo voluto presentare i giovani. Una giuria ne ha selezionati 520 e le loro creazioni, sono esposte nel salone satellite, alla ricerca di aziende che li mettano in produzione. Un incontro che avviene spesso, tanto che abbiamo voluto dedicare un altro spazio alle creazioni realizzate».
Estratto da Affari&Finanza del 9/01/06 a cura di Pambianconews