I volumi sulle azioni Marzotto hanno impressionato anche venerdì con il passaggio del 13% del capitale sebbene il titolo abbia poi chiuso la seduta quasi piatto. Ma certo dall'inizio della settimana il guadagno ha superato oltre il 25%. Però tutti gli azionisti coinvolti nel riassetto familiare che sta caratterizzando la società dicono di non essere, in questo momento, né acquirenti né venditori. Antonio Favrin, presidente della società, oltre che parte importante della riorganizzazione in corso, dice di essere «francamente perplesso. E anche un po' preoccupato. Cosa c'è sotto questo rialzo? Non lo so. A me pare di assistere allo stesso copione che abbiamo vissuto la scorsa estate».
Considerando, infatti, anche il sistema formato da Finanziaria Canova e Favrin, titolari di un complessivo 20% del capitale, si arriverebbe infatti a poco più del 38%. Lo spazio teorico per una nuova Zignago (dove si è assistito a Opa e contro Opa tra due schieramenti), insomma, ci sarebbe. E' possibile che questo avvenga? «Non lo so, risponde Favrin, che dello scontro su Zignago era stato uno dei partecipanti, anche se quando una società è contendibile tutto può succedere. Però mi sembra che questo riordino serva a tenere coeso il gruppo».
In attesa di capire se ci saranno sviluppi sull'azionariato, la società va avanti. Intanto, l'alleanza realizzata in Cina con il maggior operatore locale. «Sulla Cina, dice Favrin, intendiamo muoverci con grande determinazione, come mercato di sbocco, servendo da là tutte le aziende che si sono allocate in Cina, mentre dall'Italia serviremo le aziende europee». Ci saranno, invece, nuove alleanze, probabilmente nuove acquisizioni nel tessile. «Stiamo guardando con attenzione a una serie di realtà, conclude il presidente di Marzotto. Siamo interessati sia ad aziende italiane che estere. Quando troveremo le opportunità giuste investiremo».
Estratto da Corriere della Sera del 31/12/05 a cura di Pambianconews