Nonostante la crisi del mondo della moda sembra sia in via di risoluzione, non sono poche le case che quest'anno hanno dovuto ridimensionsionare le proprie aspettative o hanno dovuto chiudere. La «vittima» più importante del 2005 è la Fin.Part società quotata in borsa e amministrata da Gianluigi Facchini per la quale il mese scorso è stato chieso il fallimento dal giudice, visto lo stato dei conti. Fin.Part, era il primo tentativo di organizzare un gruppo del lusso tutto italiano e, fra i marchi della holding, vi erano il prestigioso Frette, ceduto a terzi e la magnifica griffe di moda maschile Cerruti, per ora fuori dal mondo del fashion in attesa di qualcuno che lo rilevi e ne faccia riemergere le grandi possibilità.
In tribunale sono finiti anche i conti della società Giacomelli, specializzata nella vendita di articoli sportivi mentre Romeo Gigli, geniale quanto poco commerciale stilista, si è visto vendere, contro la propria volontà dalla It holding di Tonino Perna, che lo aveva a sua volta rilevato da terzi con grandi speranze di rilancio. Morale, lo stilista non può più usare il suo nome che viene disegnato e prodotto dal nuovo proprietario ed è in cerca di una un'altra sigla e capitali freschi.
Problemi anche in casa di Gianfranco Ferrè dove si parla, anche se la proprietaria It-holding smentisce, di smembramento del brand dal resto del gruppo. Sempre grave, inoltre il problema delle contraffazioni e delle vendite scorrette. Tanto che marchi come Barbour, Bikkemberg. Woolrich, Just Cavalli, Diesel, Gant ed altri hanno chiesto misure speciali con un appello pubblico e congiunto.
Estratto da Il Giorno del 29/12/05 a cura di Pambianconews