Rosso ha deciso di cimentarsi anche con l'alta moda sotto l'insegna della maison parigina Martin Margiela. L'ha rilevata nel 2002, ma solo di recente l'ha piazzata sulla rampa di lancio per competere con i grandi nomi delle passerelle, da Armani a Dior, a Jil Sander. A colpi di giacche rifinite a mano, abiti da sera e scarpe artigianali, proposti in una serie di negozi nelle zone più eleganti delle capitali internazionali. «Abbiamo aperto tre boutique Margiela in Giappone, due a Parigi, una a Taiwan e Londra e a metà dicembre siamo arrivati a New York. Ma per il 2006 ho in programma altre inaugurazioni tra cui spero di includere Milano» annuncia Rosso.
Certo che dai jeans allo chiffon il salto è notevole. Come lo motiva?
Sono sempre stato un pioniere, mi piace creare cose nuove, ma non c'è un cambiamento di rotta, semmai un raddoppio. Perché ho due strategie. Con la Diesel, che con oltre 900 milioni di euro di fatturato resta la locomotiva del gruppo, continuo nel casual, anche se a un livello più alto, con tanto di sfilate e negozi sempre più selezionati. In aggiunta ho inserito nel gruppo piccole aziende e marchi del lusso da far crescere. Come la Staff International, che produce DSquared2 nel casual di altissimo standard, e la Martiri Margiela per il prêt-à-porter. Gli affari vanno veloci. In due anni sono passato da 30 a poco meno di 100 milioni di euro di fatturato.
Ma come, tutti cercano fabbriche all'estero e lei torna a casa?
Per il lusso il made in ltaly è insostituibile, il problema è che stanno scomparendo le imprese artigianali. Nei paesi emergenti come la Cina, l'India o il Nord Africa, faccio produrre solo gli articoli di primo prezzo, che si tratti di T-shirt o jeans, ma l'Asia oggi mi interessa molto come mercato di sbocco. A fine novembre ho aperto due negozi Diesel a Shanghai e Pechino, ma solo per la Cina ho un piano di 14 aperture nei prossimi tre anni. E progetto a breve una filiale Diesel anche in Russia e in India.
Declino dell'Italia? Che ne dice?
Io dico che se si ha un progetto valido e soprattutto dei team capaci non ci batte nessuno. Non a caso io in Italia continuo ad assumere.
Estratto da Panorama del 23/12/05 a cura di Pambianconews