IllyCaffè, l'azienda triestina che da tre generazioni produce e vende in tutto il mondo un'unica miscela (con un giro d'affari 2004 di 205 milioni di euro, circa 225 la previsione di fine anno), continua a scommettere sul proprio futuro. Un anno fa la presentazione del progetto «Illy bar innovation» (la formula? caffè di qualità, naturalmente Illy, e arredamento secondo i piani di tre noti architetti, Luca Trazzi, Claudio Silvestrin e Paola Navone).
Nel 2005 la formula si è arricchita del marchio con il lancio dell'insegna «Espressamente Illy», destinata a diventare una catena di caffè all'italiana (tramite contratto di licensing): «Non meno di 500 negozi nei prossimi dieci anni» dice Andrea Illy, 41 anni, presidente e amministratore delegato IllyCaffè; a un ritmo di 50 aperture all'anno, metà in Italia, metà all'estero, dove il gruppo realizza oltre il 50% del fatturato. Luoghi di culto, modello del bar e del savoir faire made in Italy, «poli sensoriali» dove poter degustare non solo espresso, ma tè, cioccolata calda e perché no, dolcetti.
Oggi come allora: il gruppo Illy, che ha già cominciato a realizzare cioccolato (in collaborazione con Valrhona, storica fabbrica francese di cioccolato di alta qualità), ieri ha concluso l'acquisizione del 40% di Agrimontana, azienda che produce confetture, frutta candita e marroni per l'alta pasticceria (50 dipendenti, con 10 milioni di fatturato). «In realtà noi rimaniamo fedeli alla nostra missione, passione, ossessione di vendere il migliore caffè esistente, spiega Andrea Illy. L'espresso è diventato globale e noi puntiamo a rafforzare il nostro ruolo di partner commerciale dei nostri clienti, nei 130 Paesi dove siamo presenti».
Estratto da Corriere della Sera del 20/12/05 a cura di Pambianconews