Quel piccolo gruppetto di titoli che in Borsa rappresenta il made in Italy ha un comune denominatore: sono società spesso più apprezzate all'estero che in Italia, tanto che gli investitori stranieri rappresentano la parte preponderante dell'azionariato.
La più nota oltre frontiera, soprattutto tra i fondi nord americani e canadesi, è indubbiamente Luxottica e non solo perché nel 1990 decise di quotarsi allo stock exchange di New York. Per gli investitori valgono molto di più la sua storia (da 40 anni produce occhiali), il suo modello di business (verticalizzazione dal design alla vendita), la sua leadership indiscussa a livello mondiale, un track record di eccezione (l'utile netto dal '90 a oggi è cresciuto del 20% annualizzato) e il fatto che, pur essendo una società leader, ha ancora vasti margini di crescita.
Ma quella che all'estero riscuote più successo è indubbiamente Geox. Al momento della quotazione (da allora il titolo ha guadagnato quasi il 97%) numerosi fondi internazionali hanno aderito all'offerta di azioni Geox, quali ad esempio Capital e Fidelity. «Non esistono attualmente dati ufficiali sulla compagine azionaria, spiegano dalla società, tuttavia, per effetto di obblighi di comunicazione all'organo di vigilanza italiano annoveriamo tra i nostri soci Wellington Management, Gartmore, Jana Partners, Gilder Gagnon Howe, gli scozzesi di Standard Life».
Ma cosa apprezzano di più i fondì esteri di questi titoli? Lo sintetizza bene Carol Brumer, investor relator di Mariella Burani, titolo che dalla quotazione avvenuta nel luglio del 2000 ha guadagnato quasi il 90 per cento. «La credibilità della strategia aziendale, la chiarezza dei numeri, l'affidabilità dei marchi e tutti questi elementi molto nel dettaglio" spiega.
Gli investitori esteri rappresentano la parte preponderante dell'azionariato anche in Valentino Fashion Group, titolo approdato in Borsa lo scorso luglio (+2,2% da allora) dopo lo scorporo di Marzotto. «Questa compagine, spiega Luca Caserta, investor relator di Valentino Fashion Group, credo sia normale per un gruppo internazionale che realizza poco più del 10% del proprio fatturato in Italia. La maggioranza dei nostri investitori istituzionali è anglosassone, i fondi americani e inglesi prestano grande attenzione per le società di media capitalizzazione con potenzialità di crescita della redditività e dei flussi di cassa. Nel corso degli ultimi anni comunque è cresciuta la presenza di investitori francesi ed europei in generale. In Asia i nostri brand Valentino e Hugo Boss sono molto noti, è un'opportunità importante da sviluppare. Per gli investitori con marchi come Valentino, Hugo Boss, Marlboro Classics e Missoni, il prodotto ha sempre rappresentato un punto di forza importante. L'attenzione per la qualità del management è sempre stata molto forte così come per i risultati raggiunti nel turn-around di Valentino e nella crescita di Hugo Boss».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 17/12/05 a cura di Pambianconews