A Mosca una Little Itlay esiste davvero, a ridosso della Piazza Rossa, in Ttretjakovskij proezd. Costeggiata da palazzi color pastello, questa piazzetta è il sancta sanctorurn del lusso moscovita made in Italy: da Gucci a Frette, da Bulgari a Prada, da Cavalli a Tod's, nella Monte Napoleone sulla Moscova quasi tutto è italiano.
«I russi sono consumatori infinitamente più consapevoli degli americani. Perché, a parte la tendenza a essere un pò appariscenti, hanno gusto. E, fatto stupefacente, hanno imparato tutto in 10 anni», afferma il vicentino Roberto Righi, direttore del Crocus City Mall, il tempio del lusso a Mosca che, insieme ai gruppi Bosco di ciliegi e Mercury controlla il mercato dell'alta moda.
«Questa è una società in rapidissima evoluzione. Sette anni fa usciva dalla bancarotta, oggi Mosca conta 4-5 milioni di piccoli e medi borghesi» spiega Franco Tollardo, top manager trevigiano di 50 anni che guida il progetto Mega (investimento della società svedese Ikea che ha già aperto tre centri commerciali e altri cinque ne aprirà nel 2006). «Per questo l'Ikea, per la prima volta nella storia, ha investito in spazi commerciali da dare poi in affitto ad altri colossi come Auchan o Benetton, per un totale di 1,5 miliardi di dollari. Motivo: il potenziale di sviluppo che esiste qui non si trova neanche a Pechino, perché i cinesi sono più indipendenti dei russi».
Estratto da Panorama del 16/12/05 a cura di Pambianconews