Alcolici alla ribalta. Dalla Francia verso Russia e Stati Uniti. È sempre più serrata la concorrenza tra i due colossi transalpini Pernod Ricard e Remy Cointreau. Per il primo, avvantaggiato sui cognac grazie al rafforzamento ottenuto con l'acquisizione del cognac Martel avvenuta lo scorso anno, si aprono nuove prospettive di maggior diffusione nei territori dell'ex Urss. Cointreau, invece, non perde tempo al punto che ieri si è guadagnato l'appellativo «Hermés dei vini e liquori».
Ma andiamo con ordine. Le operazioni sul fronte russo riguardano il licenziatario locale di Pernod, Rvvk. Il quale, secondo indiscrezioni trapelate sulla stampa locale, starebbe pianificando un accordo di fusione con un altro giagante russo della vodka, Ost-Alko. Entrambi sono produttori dei brand locali Shustov e Flagman e ne potrebbe nascere il più grande produttore di vodka del Paese, il cui valore è stimato tra 310 e 465 milioni di dollari e forte del controllo del 10% del mercato russo degli alcolici. Evidenti i vantaggi anche per la distribuzione dei marchi di Pernod, che in Borsa ha beneficiato dei rumor (+4,45% da inizio settimana).
Buone notizie anche per il connazionale produttore del cognac Remy Martin, della vodka Bols e dello storico liquore Cointreau. Il bilancio di metà esercizio diffuso ieri ha infatti evidenziato risultati record, l'utile netto è più che raddoppiato a 42,9 milioni di euro, dai 18,7 del 2004, ottenuti grazie a un'accorta politica di innalzamento dei prezzi, rifocalizzazione sui marchi più importanti e dall'ottima performance negli Usa. Immediato il gradimento del mercato: ieri a Parigi il titolo è volato del 5,97% a 39,24 euro. Mentre il paragone con Hermés è arrivato da un analista di Fideuram Wargny, che ha alzato la raccomandazione sul gruppo da hold a buy con target price a 43 euro.
Estratto da Finanza&Mercati del 9/12/05 a cura di Pambianconews