Giulio Cappellini, da imprenditore a consulente per il mondo del design. Ma la sostanza non cambia. Continua ad essere uno dei nomi più importanti per il design italiano degli ultimi vent'anni. Sa interpretare l'estetica contemporanea, sia in un negozio che in una casa o in una fiera. Fiera Milano lo ha chiamato per studiare il progetto di rilancio del Macef.
Architetto Cappellini lei fa questo mestiere da un trentennio. Cosa vede di nuovo nel design?
«Dobbiamo tener conto del grande cambiamento della distribuzione che è sempre più un filtro tra industria e consumo. Il consumatore è libero e decide di comprare quello che gli pare. Oggi non possiamo pensare che l'acquirente sia spinto dall'emozione, ma deve essere accompagnato e motivato». «Dobbiamo riuscire a raccontarci meglio. Nel settore dell'arredo le aziende hanno focalizzato l'interesse sul prodotto. Ora non basta più. Raccontare il progetto dell'azienda permette di difendere le nostre posizioni, perché nel Far East stanno facendo cose egregie. Sono bravi. Non faranno brutte copie all'infinito».
Lei ha lavorato all'immagine del prossimo Macef che vedremo verso fine in gennaio nel nuovo polo fieristico milanese di Rho.
«Da un lato abbiamo raccolto un bel po' di aziende che privilegiano un progetto globale d'azienda e stiamo cercando di riportare grosse aziende internazionali a Milano. Dall'altro lato si vuole far diventare il Macef una fiera di servizio per i negozi al dettaglio che, nel settore casalinghi e accessori, sono in crisi e molto vecchie nei contenuti. All'estero ci sono negozi di oggettistica bellissimi. Qui in Italia sono legate al vecchio modello dei “casalinghi”».
Estratto da Affari&Finanza del 5/12/05 a cura di Pambianconews