Capacità produttiva a picco nel distretto tessile pratese, uno dei centri nevralgici del settore tessile italiano. Lo rivela l'andamento dell'ultimo semestre, che conferma il permanere di uno scenario di forte incertezza dove, malgrado la chiusura di molte aziende, continua a diminuire l'utilizzo degli impianti e si allarga la forbice tra la stabilità dei committenti e la sofferenza dei contoterzisti. Proprio per quantificare l'entità della crisi, Cna Federmoda pratese ha sviluppato il primo studio sui fatturati di 380 aziende artigiane (tessiture, maglierie, roccature, ritorciture e orditure), analizzati nell'arco temporale 1997-2004.
"Di fatto in sette anni il 78% del campione, circa 300 pmi, ha perso fatturato e il calo ha riguardato l'86,7% delle ritorciture, l'81,8% delle tessiture, il 72,4% di roccature e orditure e il 62,5% delle maglierie", spiega Roberto Fabbri, presidente di Cna Federmoda provinciale. Scendendo nel dettaglio, il calo generale è del -21,2% e, se i fatturati delle ritorciture sono precipitati di 45,9 punti percentuali, bilanci meno pesanti, ma pur sempre gravi, sono registrati da maglierie (-24,8%), tessiture (-18,6%), e roccature e orditure (-18,1%).
Segnali altrettanto preoccupanti, del resto, sono registrati da una congiuntura che, secondo il presidente della Cna pratese, Anselmo Potenza, ´denuncia lo squilibrio innescato da chi commercializza e continua a fare affari a discapito della filiera produttiva ancora in piena crisi'. Di fatto, anche nel primo semestre 2005 è aumentata la forbice tra l'andamento dei committenti e quello dei terzisti e, all'interno di questi ultimi, tra le lavorazioni artigiane e quelle industriali. "È cresciuta la forte differenza di opinioni sia sul fronte dei consuntivi sia delle previsioni per il semestre in corso, ed è chiaro il crollo dell'utilizzo medio degli impianti che è pari al 68,4%. Come nel 2003", aggiunge Potenza. "Il tutto avviene a fronte dell'uscita dal mercato di molte imprese, soprattutto artigiane, diminuite nel distretto del 16,3% tra il 2002 e il giugno 2005. Quelle non artigiane, invece, sono diminuite del 9,3%".
Estratto da ItaliaOggi del 24/11/05 a cura di Pambianconews