È lo sportswear che continua a trainare il made in Italy, seguito dall'abbigliamento donna in termini di aumento di fatturato, ma dal comparto bambino per quanto a redditività. Sono le linee guida dell'analisi condotta da Pambianco Strategie di Impresa che ha passato in rassegna i bilanci di 450 aziende italiane. Lo studio sarà presentato oggi in occasione del convegno «Rinnovare il modello di successo del made in Italy», organizzato in partnership con Banca Intesa, cui prenderanno parte i principali imprenditori del settore.
Secondo l'analisi di Pambianco, tra il 2001 e il 2004 le aziende dello sportswear sono cresciute del 14% dal punto di vista del fatturato, registrando un ebitda medio nel periodo pari al 9,4% dei ricavi. Le vendite donna sono aumentate del 10,7%, quelle del bimbo del 7,2 per cento. Nel complesso, le 450 imprese considerate hanno registrato un calo del 2,4% del giro d'affari, pur mantenendo un ebitda medio del 6,5% nei tre anni. Segni negativi per moda uomo, calzature, maglieria e gioielli.
Dal campione di 500 aziende analizzato mancano Marzotto e Valentino, in quanto, spiega Pambianco, i dati non sono confrontabili nel triennio (le due società sono nate dallo spin off di Valdagno il primo luglio). Tra i fattori ritenuti vincenti dalla ricerca spicca la strategia di presentare le collezioni flash continuative durante tutto l'anno, aggiuntive alle quattro-sei canoniche. Inoltre, i best performer investono molto in pubblicità (il 7,2% del fatturato) e tendono ad aumentare quella innovativa (eventi e feste, testimonia) piuttosto che quella tradizionale (stampa e tv) che vale ancora il 70% del budget. Infine, i vincenti non si fanno remore di delocalizzazione, poiché spostano all'estero il 40% circa della produzione.
Estratto da Finanza&Mercati del 8/11/05 a cura di Pambianconews