"Diversificazione geografica, potenziamento dei negozi a gestione diretta e diversificazione merceologica". Sono questi i pilastri della politica di sviluppo perseguita dalla Tod's nell'ultimo quinquiennio come è stato ben delineato in sede di offerta pubblica propedeutica all'approdo al listino, avvenuto all'inizio di novembre del 2000.
In questi cinque anni la società guidata da Diego Della Valle ha quintuplicato il ruolo dell'Asia, il cui peso è passato dal 3,4% del 2000 al 15,4% attuale e ridotto di 10 punti al 73% quello dell'Europa. Il tutto in un contesto in cui i ricavi sono quasi triplicati ai 500 milioni attesi per fine 2005. Trend destinato a consolidarsi nel prossimo futuro, permettendo alla Tod's di completare la diversificazione e portare il peso dell'Europa al di sotto del 60%, mentre il resto del mondo dovrebbe superare il 40 per cento, di cui circa il 15% relativo agli Usa e il 25% all'Asia.
Di rilievo assoluto anche i progressi conseguiti sul fronte della rete distributiva. I negozi a gestione diretta (Dos) sono saliti da 38 a 105 lungo un itinerario che li dovrebbe collocare a 140 nel 2010, quando il gruppo dovrebbe registrare un progresso importante anche nella rete indiretta, rimasta sostanzialmente invariata e nel corso del quinquennio considerato (31 nel 2000 rispetto ai 37 attuali) pur modificando la composizione: i franchising Tod's sono passati da 18 a 30, mentre quelli Hogan sono scesi da 13 a cinque e sono stati creati due Dev ove vengono venduti i tre marchi del gruppo proprio per rendere profittevole un'area che non avrebbe retto negozi monornarca. Una formula utilizzata pure per i Dev a gestione diretta, the hanno raggiunto quota 12.
C'è poi il capitolo della diversificazione merceologica, con relativa riduzione del peso delle calzature, passato dal 75% circa del 2000 al 62% attuale lungo un percorso che dovrebbe ridurlo al di sotto del 50% entro il 2010. E tutto ciò è affîancato dallo sviluppo esponenziale della pelletteria, che nell'ultimo quinquennio è salita dal 9 al 22% ma che dovrebbe tendere al 40% entro il 2010. Meno eclatante, ma significativa, l'evoluzione dell'abbigliamento, la cui incidenza è rimasta sostanzialmente invariata al 16% dal 2000 al 2005, ma che dovrebbe risalire di qualche punto entro il 2010.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 7/11/05 a cura di Pambianconews