Soddisfazione in casa Emilio Pucci. La battaglia legale contro i grandi magazzini spagnoli El Corte Inglés si è conclusa con una netta vittoria della griffe fiorentina. «Questa sentenza del Tribunale di Torino ha rimarginato una vecchia ferita, spiega Catherine Vautrin, presidente della società Emilio Pucci. La questione risale ai primi anni Settanta, quando la catena spagnola mise in vendita una linea di abbigliamento maschile battezzata Emidio Tucci». La semplice assonanza tra i due marchi, non di certo casuale, ha aiutato le vendite dei grandi magazzini per trent'anni, arrecando d'altra parte danni all'immagine e al buon nome della griffe. Soprattutto dopo il rilancio, seguito nel 2000 all'acquisizione dell'azienda da parte del colosso del lusso francese Lvmh.
«La causa è stata intentata lo scorso anno, a fronte dell'espansione di El Corte Inglés sul territorio italiano, continua Vautrin. Un'operazione che metteva confusione nei consumatori meno preparati», facilitando le vendite. La sentenza di ieri ha però messo un freno all'escamotage spagnolo, non solo dichiarando «la nullità del marchio Emidio Tucci, la cui utilizzazione costituisce contraffazione del marchio anteriore Emilio Pucci, nonché atto di concorrenza sleale», ma ordinando anche «la distruzione degli articoli di abbigliamento recanti tale nome, delle loro confezioni, etichette e di qualsiasi altro materiale ad essi relativo».
Estratto da Finanza&Mercati del 14/10/05 a cura di Pambianconews