«Il gruppo Masotti è troppo importante per Bologna. Era ed è ancora “La Perla” di un sistema moda che in dieci anni si è dimezzato. Negli anni Ottanta, prima della grande crisi, erano oltre ventimila i dipendenti di aziende tessili e dei calzaturifici. A metà degli anni Novanta erano scesi a 12.000. Oggi sono solo 6000 e quasi un quarto lavorano nel gruppo leader dell´intimo». E´ una radiografia che lascia sgomenti quella di Giacomo Stagni, sindacalista della Cgil che in quarto di secolo ha visto il boom e poi il crollo di un settore portante dell´economia bolognese. Ora vacilla anche l´ultimo pilastro, l´ultimo vanto di una tradizione di grande qualità.
«C´è chi dice che con il gruppo La Perla l´intera economia della moda resta in mutande? Per me è solo una battuta, replica Stagni, non c´è il deserto, ma certo, il sistema produttivo bolognese questa crisi non è in grado di assorbirla. Non nelle dimensioni che ci sono state prospettate. Il tessile non sarebbe certamente più in grado di assorbire 400 lavoratori in mobilità, ma anche guardandoci attorno c´è da mettersi le mani nei capelli. Il metalmeccanico per la prima volta è in sofferenza e le alternative di impiego degli anni Ottanta e novanta si sono esaurite».
Marchi che resistono ancora, Cina o non Cina, ma che sentono i colpi della crisi e annunciano ristrutturazioni da lacrime e sangue. La Perla che aveva toccato quota 1500 addetti ora prepara il rilancio per un gruppo da 900. Redwall che arrivò a 300 dipendenti e oggi ne ha un terzo. Magli che toccò i 320 posti oggi ha 168 dipendenti, 200 sono gli addetti della Bvm Les Copains di Mario Bandiera, un centinaio producono scarpe di altissima qualità per Testoni, altrettanti lavorano a Mandarina Duck, e Arcte, altro produttore di biancheria intima. E attorno più nulla, o quasi. La Mab, già mega satellite della Magli con 250 posti, salverà i suoi 40 dipendenti grazie a un provvidenziale contratto con Armani. «Vuol dire che la qualità non ci manca, sospira Stagni, ma proprio per questo non possiamo sprecarla».
Estratto da La Repubblica del 12/10/05 a cura di Pambianconews