Una cosa è certa: se come sembra, riusciremo a ottenere l'obbligatorietà dell'etichettatura made in Italy e le misure antidumping contro l'invasione delle scarpe che arrivano dal Sud-Est asiatico, Cina in primis, allora dobbiamo saper produrre roba buona. Di qualità». Ha le idee chiare Rossano Soldini presidente dell'Anci (Associazione nazionale dei calzaturifici italiani), reduce dai successi del Micam.
«La produzione italiana e in genere europea di livello mediobasso se la passa male. E andrà sempre peggio. Mentre quella di alta gamma, spiega Soldini sta tenendo bene e ha prospettive ancora più interessanti. Non a caso molti marchi famosi che si sono imposti sui mercati mondiali grazie all'appeal del loro brand, portano a casa bilanci in costante utile. Come pure gli stilisti che hanno giocato la carta degli accessori firmando oltre alle loro storiche collezioni di abbigliamento, anche scarpe, borse e tutto il resto». Ma per i calzolai “unbranded”, senza un marchio riconoscibile, la vita è molto più difficile. Anche se fanno scarpe di qualità e qualcuno di loro ha la fortuna di diventare licenziatario di grandi griffe come Armani, Versace, Ferrè, Dolce & Gabbana, Chanel, Dior e tutti gli altri, si parla comunque di piccoli numeri.
Le cifre parlano chiaro: in una nota congiunturale dell'ufficio studi di Anci, si legge che se in tutto il 2004 la filiera pelle made in ltaly ha perso 7.400 posti di lavoro (2.400 solo nelle calzature), nei primi sei mesi del 2005 ne sono sfumati 5.350 (2.800 sul fronte scarpe). E ancora: a giugno di quest'anno hanno chiuso i battenti almeno 600 aziende tra calzaturifici, componentistica, concerie e pelletteria.
«Entro febbraio 2006, anticipa Rossano Soldini, a Mosca aprirà i battenti il primo negozio di scarpe tutte Italiane, sotto un'unica insegna: I love Italian shoes. Abbiamo coinvolto 25 aziende di Marche, Toscana e Puglia». Un modo efficace per dare una vetrina ai produttori che non hanno ancora un brand conosciuto e the possono sfruttare il fascino delle produzioni tricolore.
Estratto da Affari&Finanza del 10/10/05 a cura di Pambianconews