Quando c'è di mezzo il made in Italy, i produttori di calzature si scatenano. E lo difendono tutto insieme, dagli occhiali ai rubinetti. L'ultimo atto della battaglia è apparso ieri sul Sole-24 Ore. Uno spazio per rispondere al Wall Street journal, che aveva teorizzato, con le testimonianze di alcune aziende, che il made in Italy è sempre più “fatto altrove”. Accusa inaccettabile: “Il vero made in Italy è ancora fatto in Italia”, afferma l'associazione dei calzaturieri e il messaggio vale “anche per tessile-abbigliamento, gioielli, occhiali, pelletteria, mobili, piastrelle, rubinetti”.
Un manifesto del manifatturiero italiano. “Era giusto parlare dei nostri colleghi. Forse si espongono meno perché sono meno “agitati” di noi ma fanno la stessa battaglia”, spiega il presidente dell'Anci, Rossano Soldini, e il suo tono conferma l'«agitazione». Non ha gradito le generalizzazioni: “Solo pochi gruppi, si legge nel comunicato, hanno delocalizzato. Liberissimi di farlo, facendo leva sui loro marchi aziendali. Ma la nostra filosofia è diversa”.
Soldini boccia nettamente la posizione del ministro Claudio Scajola, illustrata per la prima volta in un'intervista al Sole-24 Ore. «L'idea di Italian concept è totalmente negativa. Non si può essere tutti terzisti».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/10/05 a cura di Pambianconews