L'export fa bene ai conti della pelletteria italiana. Secondo l'ufficio studi Aimpes (l'associazione che raggruppa le imprese produttrici di articoli in pelle e materiali succedanei) alla fine di quest'anno il fatturato estero dovrebbe registrare una crescita della produzione a valore tra il 2,5% e il 3% attestandosi a 2,7 milioni di euro. Il dato è emerso alla vigilia del Mipel, il salone internazionale della pelletteria che prenderà il via domani a Milano per concludersi domenica 25 settembre. Una stima che ha confermato la tendenza registrata nella prima parte del 2005. Tra gennaio e giugno le esportazioni in quantità sono salite del 9,8 per cento.
«Un fenomeno, spiega Giorgio Cannara, presidente Aimpes Mipel, che è stato generato in buona parte da operatori commerciali nazionali, che hanno decentrato la produzione in aree asiatiche a basso costo di manodopera».
I prodotti più richiesti all'estero sono state le cinture che hanno guadagnato oltre il 34% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno; le borse, che rappresentano il core business del settore, sono salite del 19,3 per cento. I Paesi che amano la pelletteria made in Italy in questa prima parte del 2005, sono stati Giappone (+11,6%), che ha acquistato pelletteria italiana per 136 milioni e gli Stati Uniti (+0,7%), con oltre 113 milioni (la valigeria con un +35% è stato l'articolo più acquistato). Resta al primo posto la Svizzera con un più 38,7 per cento.
Estratto da Finanza&Mercati del 21/09/05 a cura di Pambianconews