«Non c'è niente da fare, dice Giuseppe Stefanel, quando si tratta di imprimere una svolta è meglio mettersi al timone dell'azienda e guidarla direttamente». E le cifre sembrano dargli ragione: dall'inizio dell'anno il titolo in Borsa ha fatto una corsa che lo ha portato ad un aumento del 147%. Nella classifica delle performance a tre anni ha conquistato il terzo posto. Una bella beffa per quegli analisti che si affannano a spiegare che le imprese a conduzione familiare sono destinate ad una vita grama.
C'è l'esempio storico della Luxottica, un gruppo ormai multinazionale, dove il “padrone” Leonardo del Vecchio ha scelto da tempo la via dello scioglimento del legame familiare, allontanando i figli dalla gestione. E' nelle mani oggi di un manager, Andrea Guerra, che arrivava da un esperienza simile alla Merloni, un'altra azienda avviata da tempo dai “padroni” alla conduzione manageriale.
«Gli amministratori delegati? Una rovina per la sana gestione aziende. Pensano solo alle stock option e siccome la valutazione esatta delle opzioni si ha solo nel momento in cui un'azienda viene ceduta il loro obbiettivo finale è solo quello di liquidare la società». E così mentre i Marzotto e i loro eredi infiammano la Borsa, che scommette sui risultati di un riassetto familiare che vede coinvolti una trentina di eredi, l'altra famiglia storica dell'abbigliamento, i Benetton, che la via del management l'ha imboccata con l'uscita dei figli ( se si fa eccezione per Alessandro), non smette di fare interrogare gli operatori se questi gli assetti basteranno, da soli, a dare un'inversione di tendenza ai risultati del gruppo.
Estratto da Affari&Finanza del 19/09/05 a cura di Pambianconews