"Il lusso è indifferente ai problemi congiunturali, dice Agostino Ropolo, amministratore delegato Lvmh Italia spa, che detiene marchi come Celine, Givenchy, Kenzo, Berluti. I nostri prodotti non hanno subito cali in questi anni, grazie anche a uno sforzo creativo dell'azienda, particolarmente vivace nell'ultimo decennio. Nel 2004 il fatturato italiano è aumentato del 18% e i primi otto mesi del 2005 si sono rivelati ancor più soddisfacenti, con una crescita attorno al 20% .
Il volume d'affari di Louis Vuitton nel mondo è di circa 3 miliardi di euro (dato 2004), 343 i negozi monomarca. L'Italia è un mercato prezioso: secondo in Europa dopo la Francia. "Sta aumentando soprattutto la clientele locale aggiunge Ropolo, in occasione dell'ampliamento della boutique Louis Vuitton di Bologna, anche se gli stranieri, in un Paese turistico come il nostro, sono ancora la maggior pane".
Le boutique LV in Italia sono 15: "Dopo Bologna cambieremo la sede di Genova e amplieremo il negozio di Roma di Piazza San Lorenzo in Lucina. In ambito mondiale per valore degli acquisti il nostro Paese è sesto, dopo Giappone, Usa Francia, Cina a Hong Kong ed è strategico per il gruppo". In Estremo oriente Louis Vuitton vende, ma non produce: in Cina i negozi sono 13, tre i megastore, compreso quello di Hong Kong. «Produciamo tutto in Francia e Spagna, spiega Serge Brunschwig, direttore generale Louis Viutton.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/09/05 a cura di Pambianconews