Giornata cruciale, il 23 settembre, per Mariella Burani Fashion Group: quando l'assemblea straordinaria registrerà l'ingresso nell'azionariato di L Capital, il fondo chiuso d'investimento della Lvmh, primo gruppo nel mondo nel settore del lusso. Con una quota del 6%, diventerà il secondo azionista dopo la famiglia, nominando anche due rappresentanti nello strategic advisory committee, Daniel Piette, presidente di L Capital, e Jean Cailliau, direttore generale: segno per il gruppo di Cavriago del buon lavoro fatto insieme in questi due anni nell'Antichi Pellettieri, la divisione di pelletteria del gruppo Burani.
Ma dal 2003 il mercato ha ripreso quota, e in questi cinque anni il titolo è salito del 60%», dice l'amministratore delegato Giovanni Burani. Amico di Matteo Arpe di Capitalia, di Emilio Gnutti della Hopa (presente con un 5% nella società emiliana), attivo sul fronte delle banche (Interbanca è entrata nella Burani Designer Holding, il gruppo ha investito in Capitalia e ex Popolare di Lodi) Giovanni Burani è l'uomo delle acquisizioni, delle alleanze, delle strategie finanziarie.
L'atteggiamento moderato e prudente di Giovanni Burani si riflette nel metodo seguito per le acquisizioni: sempre aziende medio-piccole dove Burani entra con quote di maggioranza sicura, ma conservando la presenza del socio fondatore nel capitale. «E' un'importante garanzia di continuità. Non avendo mai comprato aziende che sono in turnaround, con l'eccezione di Mila Schön, ma che godono di buona salute, abbiamo fatto la scelta di approvare e condividere gli obiettivi strategici. Chi ha fatto tabula rasa si è trovato alle prese con problemi immensi, perché non è facile cambiare il Dna di un'impresa della moda».
Estratto da CorrierEconomia del 12/09/05 a cura di Pambianconews