Una catena di Sant'Antonio per sostenere le quotazioni della Finpart. Ad organizzarla, la Banca Popolare di Intra e Gianluigi Facchini, amministratore delegato a azionista di controllo della stessa Finpart fino a 18 mesi fa. Per l'istituto piemontese, che aveva in pegno la quasi totalità del pacco azionario di Facchini, ogni ribasso in Borsa della Finpart equivaleva a una svalutazione dei pegni. Così, tra il 2001 e il 2004, la Intra finanzia Facchini, i suoi familiari a altri soggetti per acquistare sin mercato azioni della holding poi divenuta insolvente. Ne è scaturita, in luglio, un'azione legale contro la banca promossa dall'ex numero uno della Finpart, la cui prima udienza è stata fissata per novembre.
Il meccanismo, di cui il mercato è tenuto all'oscuro, s'inceppa tra la fine del 2003 e il 2004. Facchini esce dal gruppo all'inizio del 2004 lasciandone le redini all'immobiliarista di Trento Gianni Mazzola. E in luglio la Finpart diventa insolvente per il mancato rimborso di un bond emesso dalla controllata estera Cerruti Finance. Il titolo tracolla in Borsa ed è sospeso dalle contrattazioni. E da allora ristagna a 0,1485 euro.
Ma la girandola degli affidamenti non era solo destinata al sostegno di azioni Finpart. Il Sole-24 Ore è in possesso di una pratica di fido datata 4 dicembre 2002 a favore della Financial Holdings, società delle Cayman riconducibile al finanziere ticinese Giovanni Mahler finalizzata ad altre operazioni: fino a 3 milioni di euro all'acquisto di azioni a obbligazioni Popolare di Intra, fino a 21 milioni alla sottoscrizione di-azioni inoptate di un aumento di capitale Finpart e per la rimanente parte all'eventuale creazione di liquidità.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 7/09/05 a cura di Pambianconews