L'accordo firmato tra Ue e Cina sblocca i prodotti tessili fermi alle dogane, «dividendo a metà le responsabilità», per almeno tre categorie eccedenti le quote. Metà dei milioni di pantaloni, golfini e reggiseni cinesi ammassati nei porti e aeroporti europei da un mese e mezzo sarà dunque «regalata» a Pechino ed entrerà liberamente in Europa. Il resto sarà in parte sottratto dalle quote delle categorie di appartenenza per il 2006 e in parte scontato dalla categoria 2, prodotti di cotone, ancora ben lontana dal tutto esaurito: fino ad ora l'Ue ha importato solo il 40% del quantitativo per l'anno in corso.
Per Bruxelles l'intesa «non è perfetta» ma consente di «preservare l'accordo di Shangai», di cui è un'applicazione, come ha affermato il commissario europeo Peter Mandelson. «Deve essere chiaro, ha proseguito, che Ue e Cina non sono, non sono state e non saranno in guerra. Abbiamo bisogno l'uno dell'altro e dobbiamo affrontare insieme una nuova situazione».
Anche il ministro del commercio cinese Bo Xilai ha difeso l'intesa di Shanghai, e ha spiegato che l'accumulazione di prodotti tessili alle frontiere europee è avvenuta nel «vuoto legislativo» di quasi un mese corso tra la firma dell'accordo e la sua entrata in vigore.
Estratto da Il Giornale del 6/09/05 a cura di Pambianconews