Come trasformare un'azienda, leader nella produzione di maglioni in cachemire di altissima qualità, in un marchio che vende un nuovo tipo di lifestyle? Secondo Stefano Ferro, amministratore delegato di Malo, la ditta nata in Toscana, a pochi chilometri da Firenze, negli anni Settanta, l'impresa è complessa. Ma non impossibile. Basta azzeccare la strategia aziendale e muoversi in più direzioni. «È indispensabile lavorare sull'offerta, trovando i miglior designer. Poi ci si concentra su distribuzione e comunicazione».
In questo ultimo anno Ferro ha seguito proprio questa strada. Riuscendo così ad avviare l'azienda, fino a poco tempo fa famosa in tutto il mondo per i suoi maglioni coloratissimi, verso una nuova era. «Quello che stiamo facendo è paragonabile a una traversata oceanica», scherza Ferro che, come prima mossa, ha assunto un direttore creativo, Fabio Piras, per anni responsabile del marchio di lusso Brioni. A lui ha affidato il coordinamento globale.
Nelle fabbriche Malo oggi si producono diversi tipi di prodotti: dall'abbigliamento alla piccola pelletteria. «Abbiamo diversi team che si occupano di altrettante linee», spiega l'amministratore, «ci sono i responsabili della maglieria che è un settore molto particolare, quelli della linea bambino, degli accessori e della bome collection». Ogni squadra lavora dunque alle sue idee, ma alla fine il compito di scegliere quali capi rispecchino in pieno la filosofia Malo spetta a Piras. «Tutto quello che viene presentato con l'etichetta Malo deve rispettare un criterio qualitativo altissimo», aggiunge Ferro: «Chi compra in una boutique esclusiva vuole essere sicuro di aver acquistato un oggetto davvero di valore».
Estratto da L'Espresso del 2/09/05 a cura di Pambianconews