La nuova guerra del tessile non è più tra noi e la Cina. Stavolta si combatte tra europei. In Germania lo scontro è arrivato alla Corte costituzionale. L´intervento del supremo tribunale tedesco è stato invocato da una marca di abbigliamento, la Gelco, a cui sono stati sequestrati 38.000 pullover in arrivo da Shanghai. L´amministratore delegato della Gelco, Juergen Richter, si appella alla Corte sostenendo che il blocco delle importazioni dalla Cina infligge un danno ingiusto alla sua azienda, ai suoi dipendenti, e ai consumatori tedeschi che hanno il diritto di vestirsi al costo più basso.
Ancora prima che la Corte tedesca si pronunci, un imponente schieramento di governi dell´Europa settentrionale è sceso in campo a difendere le stesse ragioni del signor Richter, dei consumatori europei e della Cina. Germania, Olanda, Svezia, Danimarca e Finlandia sono in rivolta contro le restrizioni sul made in China negoziate dal commissario europeo Peter Mandelson il 10 giugno a Pechino che accusano di essere un grave cedimento alla lobby dell´industria tessile dell´Europa meridionale, soprattutto dell´Italia.
Per loro la Cina è un immenso e accogliente mercato, non un rivale. Oggi quei paesi, le loro associazioni di consumatori, la grande distribuzione, le loro multinazionali che esportano e producono in Cina, sono in guerra contro la lobby tessile italiana, accusata di avere strappato a Bruxelles dei limiti al made in China che fanno danni enormi.
Estratto da La Repubblica del 25/08/05 a cura di Pambianconews