Il mercato è piatto e i consumi sono fermi, ma i conti dei big del lusso corrono. Brilla il bilancio di Bulgari, che nei primi sei mesi dell'anno ha realizzato 389,2 milioni di fatturato, in aumento del 10,1% (+11,1% a cambi comparabili), grazie soprattutto ai gioielli e ai profumi e al successo sul mercato americano, dove le vendite sono salite del 24,4%. Martedì, invece, era toccato a Tod's presentare i conti semestrali, con ricavi in crescita del 21,8%, a quota 236,8 milioni, che anche ieri hanno premiato il titolo in Borsa.
Spiega Armando Branchini, docente di marketing dei beni di lusso alla Bocconi e segretario generale di Altagamma: «In un'economia globale che dal 2000 registra la tenuta dell'alto di gamma, ma senza crescita, il crollo della fascia media e il calo marcato del segmento basso, vincono solo le imprese eccellenti, che grazie a strategie chiare e politiche gestionali adeguate ottengono ottimi risultati rubando quote ai concorrenti. E non si impongono solo in Italia, ma nel mondo».
Un altro trend che rafforza i marchi? Portare in casa produzione e distribuzione. I primi sono stati Armani e Versace, proprio ieri l'ultimo caso: Dolce & Gabbana ha annunciato che non rinnoverà la licenza, in scadenza con la stagione autunno-inverno 2006-2007, della linea giovane D&G dopo 12 anni di collaborazione con l'It Holding. Una decisione che farà scendere i ricavi della società di Tonino Perna attorno ai 570 milioni dai 680 stimati quest'anno, costringendo l'imprenditore di Isernia a guardarsi in giro o riorganizzarsi.
Estratto da Corriere della Sera del 28/07/05 a cura di Pambianconews