Negli uffici doganali di Napoli e Genova, e alla direzione centrale dell'Agenzia delle Dogane c'è attesa per le nuove linee-guida, dopo che la scorsa settimana Bruxelles ha sospeso le licenze per l'importazione di maglioni dalla Cina. Su questo prodotto, Pechino ha già raggiunto il tetto massimo concordato con le autorità europee.
«Dobbiamo aspettarci, spiega Roberta De Robertis, direttore della circoscrizione regionale di Campania e Calabria, che già come è accaduto in passato gli esportatori cinesi tenteranno di far entrare pullover e cardigan spacciandoli per altri prodotti, ad esempio per tute sportive».
«È evidente che dopo l'inasprimento dei controlli, spiega Mario Andrea Guaiana, direttore dell'Agenzia delle Dogane, c'è stato uno spostamento delle merci irregolari verso altri porti, italiani, ma non solo. Riteniamo cioè che ci sia stato un ritorno su Genova e anche le cifre in crescita della dogana di Milano ci fanno pensare che sia in corso una diversificazione delle rotte».
Parallelamente a una trasformazione delle rotte, è in corso una trasformazione dei percorsi. Alle dogane portuali si cominciano a preferire altre destinazioni come Milano: sempre più spesso i container che arrivano dalla Cina attraverso Gioia Tauro con le cosiddette navi “madri” vengono trasferiti su navi più piccole dirette verso i porti spagnoli, da qui possono essere o subito sdoganati oppure rimandati nuovamente a una dogana italiana come Milano. Una triangolazione complessa il cui obiettivo è eludere i controlli.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 26/07/05 a cura di Pambianconews