«Non so che cosa stia accadendo. Non mi è stato comunicato nulla». Il presidente di Marzotto, Antonio Favrin dice chiaramente di non poter fornire alcuna spiegazione su quanto sta accadendo in Borsa. Stessa linea del primo azionista, la Finanziaria Canova: «Non abbiamo comprato né venduto una sola azione Marzotto». Eppure, che qualcuno stia comprando, e a piene mani è innegabile. Dopo la pausa di martedì, ieri il titolo si è nuovamente impennato, guadagnando oltre il 10% tra scambi vorticosi che hanno coinvolto 6 milioni di azioni, il 9% del capitale ordinario. L'unica spiegazione plausibile è dunque quella della scalata e gli indiziati principali, da giorni, sono le due cordate contrapposte di esponenti delle famiglie di controllo: i Marzotto e i Donà Dalle Rose, con la partecipazione diretta del presidente, Antonio Favrin.
Contrapposizione resa palese nel lancio di due offerte di acquisto su Zignago dove alla cordata che vedeva la partecipazione di Favrin (Andrea, Rosanna e Isabella Donà Dalle Rose; Umberto, Matteo, Vittorio Emanuele, Diamante e Paola Marzotto) si è opposta, offrendo un prezzo più alto (18,6 contro 18 euro) quella di altri membri delle due famiglie (Marco Donà Dalle Rose; Gaetano, Stefano, Nicolò e Luca Marzotto), che ha potuto contare sull'appoggio decisivo della quote detenuta da Pietro Marzotto.
Ma c'è anche un altro indizio che fa puntare gli sguardi verso Favrin e alleati (tra cui Finanziaria Canova nel cui board siede Favrin): si tratta dell'ultimo comunicato pubblico di internal dealing in cui la società ha reso noto l'acquisto dello 0,4% del capitale da parte di Umberto Marzotto, consigliere di Valdagno ma soprattutto uno dei membri della cordata Favrin per l'opa su Zignago.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/07/05 a cura di Pambianconews