L'indumento utilizzato dai minatori e dai cercatori d'oro americani, qualche secolo fa, grazie a caratteristiche come: praticità, comodità e resistenza, oggi è diventato un oggetto di culto da sfoggiare nelle occasioni più importanti. Stiamo parlando del jeans, ormai diventato ambasciatore della globalizzazione, il capo di abbigliamento che mette tutti d'accordo indistintamente dalla razza, dal credo politico o religioso.
Proprio nell'intento di celebrare il jeans, Pitti Immagine Discovery, ha organizzato alla Stazione Leopolda di Firenze la mostra “L'altro jeans“. Il jeans non viene rappresentato attraverso i suoi 150 anni di storia, ma come indiscusso fenomeno di costume. E chi se non la coppia di creativi più celebre di Francia, Marithè + Francois Girbaud, che del jeans ne ha tracciato le tappe più importanti degli ultimi 30 anni poteva raccontare questa storia?
Tra queste particolari tecniche di lavorazione del denim, oggi, la più popolare e la “stonewashed”; In poche parole, il processo di lavorazione che ha dato vita ai jeans delavè (sbiaditi), oramai diventati oggetto di culto tra le nuove generazioni.
Il primo esperimento del genere, i due creativi transalpini lo hanno realizzato nel 1965 su dei jeans wrangler, sottoposti a decolorazione in una lavanderia e poi successivamente venduti nel negozio parigino Western House.
La mostra organizzata alla Stazione Leopolda di Firenze, sarà visitabile fino al 10 luglio 2005.
Estratto da webmoda.net del 14/07/05 a cura di Pambianconews