«Sedotti e abbandonati dalla Ue», «Le scarpe cinesi feriscono i lavoratori europei», «La Cina viola gli obblighi Wto». Issando striscioni con questi slogan e bandiere di tutte le nazioni europee (più la turca), circa 400 imprenditori del settore calzaturiero si sono riversati ieri nel piazzale davanti a Palais Berlaymont, sede della Commissione europea. La più nutrita era la rappresentanza italiana, con il presidente dell'Anci, Rossano Soldini in prima fila nel chiedere a Bruxelles in tempi brevi l'imposizione di dazi anti-dumping nei confronti delle scarpe in pelle importate dalla Cina, l'etichettatura d'origine obbligatoria ed efficaci misure anti-contraffazione.
Un primo segnale d'apertura il commissario Ue al Commercio, Peter Mandelson, l'ha voluto lanciare poco dopo aver incontrato una delegazione dell'associazione dei calzaturieri europei (Ceic), annunciando di aver proposto alla Commissione l'avvio di un'inchiesta anti-dumping sulle “calzature di sicurezza”, ovvero le scarpe rinforzate da lavoro. L'indagine scatterà a fine mese e dovrà essere chiusa entro nove mesi, con l'eventuale proposta di dazi.
«Sono deluso, con Mandelson è andata male, ha commentato Soldini, sono state fatte solo delle ipotesi, senza alcuna data. Invece noi vogliamo una soluzione immediata del problema».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 16/06/05 a cura di Pambianconews