Da quasi un anno Giancarlo Di Risio è amministratore delegato di Versace. Nell'anno della ristrutturazione, il bilancio si è chiuso con una perdita di 95 milioni (26,5 il deficit del 2003), su un fatturato di 320 milioni (-20,6%). «Quella di Versace è stata una ristrutturazione certamente pesante per il mondo del lusso. E' stato fatto un cambiamento generale e per prima cosa abbiamo creato un'organizzazione, creando punti di riferimento e responsabilità precise».
Il ritorno all'utile è previsto per il 2007. Attraverso quali azioni?
«La base sarà una forte concentrazione sul core business. Cioè sull'abbigliamento; e sugli accessori, che dal 4% attuale dovranno arrivare al 30% del fatturato totale entro cinque anni. Stiamo ristrutturando le boutique, con nuovi concept: i test fatti a Milano e a Washington dimostrano di funzionare bene. Siamo tornati a vendere la cruise negli Stati Uniti. Ci espandiamo in Asia. Stiamo sviluppando gli alberghi. E, poi, dobbiamo valorizzare un patrimonio enorme di opere d'arte che la Versace ancora ha: oltre 200 pezzi che comprendono opere di Matisse, Modigliani, De Chirico; Sironi, Renoir».
Come manager, preferirebbe la Borsa?
«Il nostro obiettivo è riportare l'azienda in equilibrio e a questo stiamo lavorando. Insieme al consiglio di amministrazione è stato studiato attentamente l'assetto societario e oggi c'è una separazione netta tra proprietà e azienda. L'indebitamento, che era di 117 milioni un anno fa, scenderà a 40 milioni quest'anno. E nel 2007 l'azienda potrà guardare al suo futuro nel modo in cui gli azionisti riterranno più opportuno».
Condivide le mosse Ue di difesa dalla Cina?
«I problemi vanno guardati per quello che sono. La Cina esiste, e anziché cercare di arginarla bisogna interrogarsi sulle possibilità di trasformarla in un'opportunità, visto che è un grande mercato».
E le produzioni?
«Non ha più senso fare qui produzioni su larga scala, mentre il made in Italy è essenziale per le produzioni di punta. Ma questo comporta una riconversione industriale del Paese».
Estratto da CorrierEconomia del 13/06/05 a cura di Pambianconews