Per Alessandro Porta, del calzaturificio Jeannot di Molfetta, il dato sulla crescita così eclatante (+713%) dell'import di scarpe dalla Cina nella Ue era atteso. «Da mesi predichiamo che sarebbe arrivato» dice.
La spaventa questa situazione?
Noi facciamo da 60 anni scarpe da donna di fascia medio-alta e avvertiamo meno la pressione. Però molti commercianti sono abbagliati dall'opportunità di comprare prodotti a costo più basso. Anche se poi si accorgono che c'è sempre qualche problema, che è difficile fare riordini con chi sta così lontano.
Quindi tornano da voi?
La componente del servizio oggi è fondamentale. È il fattore determinante per competere: le aziende devono essere flessibili e rapide nella risposta i al mercato. E appena i consumi riprendono un po' i commercianti preferiscono rivolgersi a noi.
Pensa che sarà possibile dimostrare l'esistenza di dumping?
I documenti che abbiamo già inviato a Bruxelles relativi alle scarpe di sicurezza dimostrano che le scarpe vengono vendute a un prezzo inferiore al costo della materia prima. La monodopera è pari a zero. Questo crea un vero Far West. Arginare il fenomeno Cina è importante per tutti, perchè ci troviamo di fronte a un concorrente diverso da quelli del passato: da un lato cavalca il libero mercato, dall'altro quando gli conviene resta chiuso, come succede con il cambio dello yuan o con le regole ambientali che non sono rispettate.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 10/06/05 a cura di Pambianconews