«Lusso, lusso e ancora lusso. Trasgressivo, anche, ma raffinato. Mai urlato». La ricetta firmata Giancarlo Di Risio per riportare agli antichi fasti la maison Versace, comincia a dare i suoi frutti. Un'indagine di settimana scorsa condotta da analisti americani, dice che negli States il marchio della Medusa è balzato al terzo posto per notorietà. E l'amministratore delegato Di Risio anticipa ad Affari & Finanza che «le collezioni autunno/inverno 2005 hanno venduto il 50 per cento in più rispetto all'ultima stagione. Grazie anche alle nuove linee di accessori».
Segno che il nuovo Versace style piace.
«Piace sì, ma proprio perché non è nuovo. E' un ritorno all'identità primaria del marchio. Al recupero della mano inconfondibile che ha decretato il successo mondiale della griffe».
Quali sono i mercati su cui puntate?
«Un marchio come il nostro deve essere presente in tutte le capitali del lusso. Il primo step, dopo l'Italia naturalmente, è stato consolidare la presenza della maison in Francia, Gran Bretagna, Spagna e nuova Russia. Stiamo recuperando molto bene negli Stati Uniti, dove da sempre sono stati fatti grossi investimenti. Adesso stiamo guardando verso il mercato asiatico in generale e Cina in particolare, che rappresentano la nuova frontiera. Non solo perché comprano in casa, ma anche nelle capitali mondiali dello shopping».
Parliamo di cifre. Cominciando dal bilancio 2004.
«Intanto diciamo che si tratta di un bilancio particolare. Che chiude i conti dell'anno, e contemporaneamente con quelli del passato. Ma si porta dietro le perdite d'esercizio pregresse, dunque il risultato sarà ancora in rosso».
Con la ricetta Di Risio, che ha portato a una profonda riorganizzazione societaria e al rilancio dell'attività, i conti torneranno in pareggio già nel 2005?
«Stiamo parlando di ricette, appunto, non di miracoli. Abbiamo imboccato la strada virtuosa, ma prima del 2007 è prematuro aspettarsi utili di esercizio».
Estratto da Affari & Finanza del 30/05/05 a cura di Pambianconews