La catena d'abbigliamento nordica H&M e il suo alter ego mediterraneo, Zara, hanno cambiato il modo di vestire e di spendere delle donne.
La diffusione delle catene d'abbigliamento low-cost ha creato un fenomeno di moda, un nuovo stile: il mix-and-match, che associa qualche pezzo firmato a indumenti pescati tra gli stand dei grandi magazzini a basso costo.
«Definire lo stile H&M? Direi che offriamo molti stili differenti per i diversi bisogni. Siamo bravi ad adattare i vari trend e quindi creare collezioni che i nostri clienti apprezzano», spiega Margareta van den Bosch, a capo dello stile di H&M.
«Inoltre, parliamo con i nostri venditori in ogni Paese in cui siamo presenti per avere il quadro attuale e futuro della moda e delle tendenze. Ma facciamo anche del trendscouting, andiamo cioè alla ricerca delle tendenze».
Per Inditex, la holding che controlla Zara, il tempo è più importante dei costi di produzione», spiegano dal quartier generale del gruppo a La Coruna. L'integrazione verticale permette di ridurre i tempi di ricambio del magazzino e di aumentare la flessibilità, tagliando al minimo le scorte e limitando il fashion risk, il rischio cioè di non centrare la collezione.
Se la logistica accomuna i due gruppi la strategia differisce sulla proporzione di terzisti. H&M non ha stabilimenti, tutto viene fabbricato da 700 fornitori in Asia e in Europa dell'Est. Zara, invece, lavora il 40% della produzione in fabbriche del gruppo Inditex. La produzione è raccolta dai centri logistici e da lì prende la strada dei negozi di tutto il mondo, in Asia o in Europa, in Russia come in Usa. E così la moda diventa global.
Estratto da Monthly del 18/05/05 a cura di Pambianconews