Beni di lusso, c'è ancora spazio per la ripresa in Europa? «Il trend registrato dall'inizio dell'anno nel luxury dalla maggior parte delle società del settore è positivo, particolarmente in Europa»; è scritto nell'ultimo report di Merrill Lynch sul tema.
L'Italia? Corrono soprattutto i big. Pambianco Strategie di Impresa, che ha analizzato i bilanci 2004 dei primi 20 gruppi italiani del settore lusso-abbigliamento, ha registrato che rappresentano un fatturato di 21.610 milioni di euro. Si allarga anche la forbice tra i big, che crescono del 6% e le aziende più piccole, in forte difficoltà soprattutto a causa della competizione internazionale (+0,2%). Il dato, comunque, evidenzia una buona ripresa del settore. L'azienda che nel 2004 ha realizzato la crescita maggiore di fatturato è Geox (+33,8%), seguita da Diesel (27,5%), Dolce&Gabbana (21,6%) e Burani (19,8%). Luxottica è quinta per crescita (14,2%), ma da quattro anni è al primo posto per ricavi (3.224 milioni di euro).
«I risultati sono positivi soprattutto se consideriamo che il dollaro permane ancora basso rispetto all'euro così come lo yen. Non va dimenticato, conclude Carlo Pambianco, presidente della società di consulenza, che il mercato Usa vale per i primi 20 gruppi italiani della moda oltre il 25% del fatturato e il mercato Giappone oltre il 15%. Per il 2005 si prevede un'ulteriore crescita dei fatturati di circa l'8-10% e dell'utile netto di circa 1-2 punti. Ma non va dimenticato che il colosso Lvmh, con i suoi 12, 6 miliardi di ricavi, vale più dei sei primi gruppi italiani, e ha incassato un utile netto dell'8%, un miliardo».
Estratto da La Stampa del 16/05/05 a cura di Pambianconews