Il sigillo del gusto italiano torna a imprimersi di fronte al Cremlino. Questa volta non c'è uno zar che chiama architetti dal Belpaese per costruire la cattedrale dell'Assunzione o quella dell'Arcangelo. Ma anche adesso l'intervento degli italiani ha per oggetto una “cattedrale”: il Gum, il più famoso centro commerciale di tutte le Russie. Adesso il Gum viene radicalmente ristrutturato dall'architetto milanese Michele De Lucchi, ingaggiato non a caso dal nuovo proprietario Mikhail Kusnirovich, che è stato il pioniere della moda italiana a Mosca. Fu lui infatti ad aprire, 10 anni fa, la prima boutique dell'italian fashion sulla piazza Rossa, alimentata dalla sua azienda di importazioni cecovianamente intitolata “Il bosco di ciliegi”.
La ristrutturazione del Gum è uno dei più grandi progetti che affollano in questo momento il centro di Mosca, quali saranno gli interventi strategici?
«Vorrei usare il termine e il concetto di environment e pensare a un mix di architettura, spirito, merci. La mia idea parte dal presupposto che questo grande spazio commerciale sia unico in tutto il mondo e con un'immagine riconoscibile. Voglio dire che non replicherò questo modello da nessun'altra parte. La gente deve associare il nome Gum solo alla Piazza Rossa di Mosca».
Quali sono i brand più cool in questo momento nei suoi negozi?
«Etro, Antonio Marras, Ermanno Scervino, Alberta Ferretti».
Ma anche a Mosca si fa sentire la crisi dei consumi?
«Assolutamente no. Abbiamo clienti che vengono da tutto il mondo e giornalmente entrano nel Gum 40mila persone».
Estratto da Affari & Finanza del 9/05/05 a cura di Pambianconews