«Lavoriamo per arrivare al raddoppio del fatturato nel giro di quattro anni», aveva detto Sara Ferrero quando, forte di esperienze internazionali nel gruppo Credit Suisse First Boston e in McKinsey come responsabile dell'area consumer goods and fashion è entrata nella stanza dei bottoni del gruppo Furla con l'incarico di direttore generale. «Il 2005, anticipa Sara Ferrero che in questi giorni è a New York, base strategica del gruppo negli Usa, sarà un anno di consolidamento in cui continueremo a investire forti risorse nelle nuove aperture e nel restyling dei punti vendita. Diciamo, tra vecchi e nuovi, una settantina di negozi. E nel 2006-2007 contiamo di arrivare all'obiettivo del raddoppio».
A giudicare dalle premesse, ci arriverete. Qual è la ricetta che avete seguito?
«Intanto grande attenzione al prodotto che segue il criterio del value for money. A produrre le nostre collezioni sono maestranze e artigiani che si può dire siano cresciuti insieme all'azienda, in una sorta di partnership che si alimenta attraverso il continuo scambio di idee tra il nostro team di stile e il loro».
Non siete tentati di delocalizzare?
«Per ora “resistiamo”. Il nostro è un prodotto made in Italy e cerchiamo di farlo rimanere tale. La forza delle nostre creazioni e proprio nella continua ricerca, nell'innovazione, nei particolari di artigianalità. E, non ultimo nell'applicare anche il modello produttivo del just in time».
Estratto da Affari & Finanza del 3/05/05 a cura di Pambianconews