Il sottosegretario alle Attività produttive, il piemontese Roberto Cota, segretario regionale della Lega Nord, lo ha sottolineato subito: nel Biellese il voto ha premiato la Lega che aveva proposto i dazi in difesa delle aziende tessili locali. Il giorno dopo il quotidiano La Nazione, cronaca di Prato, ha dedicato un articolo al fatto che nella provincia sede di un altro dei più importanti distretti tessili italiani, Prato appunto, «i dazi triplicano i voti della Lega».
Così, mentre l'Unione Europea approva le linee guida che le permetteranno di applicare le misure di salvaguardia nei confronti delle importazioni tessili cinesi provocando una dura reazione del governo di Pechino, ma, allo stesso tempo, deludendo gli industriali italiani e francesi che temono l'eccessiva lentezza delle procedure, viene da chiedersi quanto abbiano pesato i dazi sulle recenti elezioni.
Una prima elaborazione realizzata dalla Fondazione Nord Est mette in evidenza come in alcune delle province sedi dei più importanti distretti italiani (non solo tessili, ma anche della meccanica, dell'agroalimentare, dell'arredamento e delle calzature) il partito di Bossi abbia avuto un risultato notevolmente migliore delle precedenti regionali; e sostanzialmente in linea con quelli delle Europee dell'anno scorso.
Nelle province sedi di distretti del made in Italy il voto alle Lega è stato (tranne che nei casi di Forlì e Belluno) superiore anche in modo importante a quello ottenuto dal partito nella regione. Nel Veneto quasi l'80% dei nuovi voti ottenuti dalla Lega rispetto alle elezioni di cinque anni fa proviene dalle tre provincie di Treviso (quasi 20mila voti in più), Vicenza (oltre 10mila voti in più) e Verona (quasi 20mila voti aggiunti). Un dato analogo in Piemonte.
Estratto da CorrierEconomia del 11/04/05 a cura di Pambianconews