Valentino si appresta a “sfilare” in piazza degli Affari. Come si ricorderà nelle scorse settimane il consiglio di amministrazione del gruppo di Valdagno ha comunicato che le attività tessili (lana, cotone e lino) saranno raggruppate sotto l'insegna Marzotto. Mentre la moda (Valentino, Marlboro Classics, M.Missoni e Hugo Boss) starà sotto l'ombrello di una nuova società che si chiamerà Valentino Fashion Group. La stessa che debutterà in Borsa tra qualche mese.
Quali sono state le mosse strategiche del rilancio? «Sicuramente la stabilità degli azionisti che hanno permesso al management di lavorare in grande serenità, risponde l'amministratore delegato Michele Norsa, seguendoci anche su decisioni che potevano sembrare azzardate. Mi riferisco, per esempio, al fatto di portare le collezioni Valentino nei department store: abbiamo iniziato con quelli americani e poi in quelli delle capitali internazionali. E' stata una scommessa: il lusso nella grande distribuzione. Selezionato finché si vuole, ma comunque un canale atipico per l'alta moda. Invece abbiamo avuto delle risposte molto incoraggianti. Non dimentichiamo che è troppo facile in periodi di effervescenza economica aprire negozi diretti, grandi flagship store. Ma quando la congiuntura economica, come è successo in questi ultimi anni, è sfavorevole, le cattedrali vuote sono un costo pesante».
Lusso accessibile vuol dire anche moda più giovane. Va in questa direzione la joint venture con Sinv (società vicentina che lavora per molte importanti griffe del made in Italy), per la nuova linea Valentino Red, che ha un orientamento leisurewear. Sempre con un occhio di riguardo alle nuove generazioni di consumatori, sono nate le collezioni di braccialetti e spille. «Puntiamo molto sui giovani talenti, dice l'amministratore delegato, perché portano idee nuove. Ma sempre in quello che è l'imprinting della casa». Tra le new entry dell'ufficio stile, c'è Damiano Biella che ha fatto esperienza nel team del marchio americano Carolina Herrera. Insieme a lui si stanno facendo strada anche un paio di stilisti sudamericani e giapponesi.
Estratto da Affari & Finanza del 4/04/05 a cura di Pambianconews