Alle ultime sfilate milanesi di prét-à-porter si sono viste molte pellicce e il settore si aspetta un altro anno di crescita dopo il positivo 2004, che ha visto i consumi di pellicceria in Italia crescere del 3,5%, mentre l'abbigliamento, nel complesso, si è fermato all'1 per cento. Il valore della produzione nel 2004 è stato di 650 milioni di euro. «Il crescente interesse delle griffe per le pellicce dura da qualche stagione, spiega Mario Paganoni, presidente dell'Aip, l'associazione italiana pellicceria, e ci ha sicuramente aiutati».
Il ruolo degli stilisti è confermato da una ricerca commissionata dall'Aip a Pambianco Strategie di Impresa in occasione del decimo Mifur, il salone della pellicceria e della pelle che si è chiuso domenica a Milano. I dati confermano il nuovo ruolo delle griffe: tenuto conto della crescita dei primi due mesi del 2005, si calcola che quest'anno gli stilisti e i marchi di abbigliamento rappresentino, sia per il valore wholesale sia per quello retail, più della metà del fatturato dell'intero settore.
«II nostro è un settore, prosegue Paganoni, in cui la maggior parte delle aziende sono medio-piccole. Molte hanno sofferto o soffrono per la concorrenza cinese, ma chi ha investito in ricerca e ha puntato su produzioni di nicchia è sopravvissuto alla crisi degli ultimi anni e ora può guardare al futuro con maggiore ottimismo».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/03/05 a cura di Pambianconews