Il restyling della catena di abbigliamento Oviesse entra nel vivo. Dopo otto esperimenti pilota avviati nel 2004, stanno arrivando le novità nei punti vendita strategici di Milano (corso Buenos Aires), Mestre, Rimini e Campi Bisenzio. Si punta a consolidare le quote di mercato nei segmenti bimbi e conformato, con la reintroduzione massiccia dei servizi di sartoria e di intrattenimento per i più piccoli, e un ripensamento complessivo del lay out “per rendere simpatico e piacevole fare acquisti, e vedere subito le
Oviesse è specializzato nell'abbigliamento. Pensa ad altre merceologie, tipo le calzature?
Al momento il 98% del fatturato (685 milioni di euro le vendite al netto di Iva nel 2003, ultimo dato disponibile) viene dall'abbigliamento. Ci siamo concentrati su questa attività. Un domani potrei prendere in considerazione il settore calzature.
Ma l'abbigliamento sta soffrendo in Italia…
È vero. Sono aumentati gli acquisti in saldo e negli outlet. Ma complessivamente il saldo è negativo col passato. Forse prima ne compravamo troppo. Ora siamo ai livelli della Germania. Il low price di Oviesse, in questo momento congiunturale, ci ha però premiati. E nel 2004 abbiamo mantenuto i risultati del 2003, aumentando la quantità. Questo significa che i prezzi si sono riposizionati verso il basso, e che la gente preferisce comprare le cose più convenienti.
L'abbigliamento e le grandi superfici: un matrimonio destinato a spiazzare le altre forme di vendita?
L'Italia vive un momento particolare. Oviesse ha rilevato le superfici Standa nel 1999. Siamo leader, davanti a Upim, Benetton, Conbipel. Ma oltre il 50% del mercato è ancora nelle mani dei piccoli negozi a marchio privato. E oltre il 10% in quelle degli ambulanti. Vediamo cosa succede con catene come Zara o H&M. Certo, Oviesse cambia assortimento ogni 15 giorni.
Estratto da ItaliaOggi del 17/03/05 a cura di Pambianconews