Tempi duri per i grandi marchi della moda italiana finiti in mani estere. Ad agitare le acque non ci sono solo i ribaltoni a raffica tra gli stilisti di casa Gucci, ma anche, ad esempio, le difficoltà con cui Fendi sta uscendo dalla crisi che attraversa da qualche anno, iniziata subito dopo il suo passaggio dal controllo di Prada al marchio Lvmh. La maison francese, come certifica persino un quotidiano autorevole come il “Wall Street Journal”, non è ancora riuscita a mettere ordine nei conti della società italiana, che nelle sue attese doveva diventare in breve tempo la seconda griffe del gruppo dopo Louis Vuitton.
Lvmh non fornisce cifre sui dati delle singole divisioni ma stando agli analisti di settore l'ultimo esercizio dovrebbe andare in archivio con 270 milioni di ricavi e 35 milioni di perdite operative. Gli esperti non si preoccupano più di tanto. Per due motivi: in primis perché è convinzione comune che il peggio per Fendi possa essere alle spalle, almeno dal punto di vista finanziario. In secondo luogo perché Lvmh ha le spalle abbastanza larghe per permettersi di aver pazienza sul rilancio.
Il gigante di Bernard Arnault annuncerà i suoi risultati oggi ma gli analisti si aspettano un deciso aumento degli utili (quasi del 60%) con un consensus attorno agli 1,2 miliardi di euro. Il gruppo del lusso francese, del resto, ben difficilmente può permettersi il lusso di gettare la spugna cedendo Fendi, visto che avendola acquistata per 1 miliardo di euro potrebbe trovarsi costretto a contabilizzare minusvalenze piuttosto pesanti.
Estratto da La Repubblica del 9/03/05 a cura di Pambianconews