Lo sciopero? «Inutile e sbagliato». I dazi contro la Cina? «Siamo contrari a quelli fatti “all'italiana” ma pretendiamo che le clausole di salvaguardia previste dalla normativa europea e del Wto siano applicate». Parla così Paolo Zegna, amministratore delegato del gruppo Ermenegildo Zegna, e presidente del Sistema moda Italia (Smi), l'associazione degli industriali del settore tessile. Rappresenta quasi 70 mila aziende con 570 mila addetti, per un fatturato di 43 milioni di euro dei quali il 60 per cento derivante dall'export.
Non pensa che le aziende siano arrivate impreparate alla sfida cinese, nonostante si sapesse da anni che Pechino era entrata nel Wto e che il sistema delle quote nel commercio internazionale andava esaurendosi?
«Qualcosa di vero può anche esserci ma non dimentichiamo che veniamo da un anno e mezzo di un euro sopravvalutato del 30 per cento. Tutto questo non è indolore per le imprese, vista anche l'aggressività della Cina».
Di certo siete intimoriti dall'aggressività dei cinesi.
«Non può che essere così. Basta guardare l'aumento spaventoso di richieste di licenze di importazione dalla Cina. C'è un incremento anche di dodici volte con una caduta fortissima del prezzo medio. Lo sa che c'è una richiesta di importare dieci milioni di reggiseni al prezzo di mezzo dollaro la dozzina! A questo non si può non mettere un freno. Questa non è una competizione alla pari».
Estratto da La Repubblica del 7/02/05 a cura di Pambianconews