Biella, Como e Prato, tre distretti tessili con tante cose in comune ma con abitudini industriali completamente diverse. Lo rivela anche uno studio sui bilanci delle aziende di tessuto fatto dlla società di consulenza Pambianco Strategie di Impresa. Conto economico, stato patrimoniale e indici di 94 imprese dei tre distretti sono stati passati al setaccio e raffrontati. Ne emerge una classifica per fatturato, utili, patrimonio netto e capitale investito. Ma aggregando i dati per distretto si riescono a leggere i diversi comportamenti nella gestione aziendale adottati nei singoli distretti.Il periodo preso a riferimento è quello del triennio 2001-2003 e le aziende sono 28 di Biella, 22 di Como e 44 di Prato.
“Emerge con chiarezza un diverso atteggiamento delle imprese da distretto a distretto, spiega l'economista Carlo Pambianco, presidente della Pambianco , e si nota come in questi ultimi anni Biella abbia continuato a investire, mente Prato si è resa più flessibile. Scelte che hanno reso il distretto piemontese più rigido ma anche più robusto e quello toscano meno appesantito ma decisamente più povero”.
“In generale, nonostante gli sforzi, spiega ancora Pambianco, ci troviamo di fronte a imprese troppo deboli rispetto ai mercati internazionali sui quale devono competere. Non esistono alternative a un processo di aggregazione tra imprese anche di diversi distretti. Questo è già avvenuto a valle della filiera produttiva, inevitabilmente dovrà essere così anche a monte”.
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Estratto da La Spola del 8/02/05 a cura di Pambianconews