Si è sciolto il patto di sindacato che dal maggio 2003 legava alcuni membri delle famiglie Donà Dalle Rose e Marzotto con il 27% del capitale. Si tratta del patto nato in contrapposizione a Pietro Marzotto, allora guida del gruppo di Valdagno, poi definitivamente uscito dalla compagine azionaria lo scorso giugno. Resta invece in vita l'altro patto esistente in Marzotto, quello di blocco tra Finanziaria Canova, Paolo Marzotto e il presidente del gruppo Antonio Favrin, nato otto mesi fa. Andrea Donà Dalle Rose, portavoce del sindacato e vice presidente del gruppo, conferma l'avvenuto scioglimento che, dice, è stato deciso «all'unanimità».
«Un patto, spiega, è un fatto straordinario per le società e ha senso quando è necessario supportare il management in fasi di ristrutturazione. Ma oggi siamo contenti dei risultati, degli obiettivi e di come questi vengono perseguiti: un sindacato di voto non ha più senso. E' meglio che gli azionisti siano liberi e convinti. Anche perché per un'impresa è importante la contendibilità. Questo, precisa Donà Dalle Rose, non sottende affatto che siamo venditori».
Estratto da Corriere della Sera del 6/02/05 a cura di Pambianconews