«Gli italiani hanno impiegato più tempo ad amare ciò che gli inglesi hanno adorato immediatamente: gli stampati a fiori, le gonne di seta morbide, i particolari fatti a mano, le combinazioni innovative di materiali e colori. Tutte le caratteristiche di uno stile hippie chic con citazioni dalla Dolce Vita che Consuelo Castiglioni, la creatrice di Marni, opera senza curarsi dei dettami della moda». Se a dirlo non è un partigiano sostenitore del made in Italy, ma l'esperta di moda del settimanale francese Le Point, c'è da crederci.
La maison milanese, si è imposta sui mercati internazionali in punta di piedi, senza la leva della pubblicità e del glamour. Solo con la forza e l'originalità delle sue produzioni. «Le mie creazioni, racconta la bella, affascinante, forse timida stilista, sono fatte per passare da una stagione all'altra. Amo l'idea che si possano mixare pezzi di diverse collezioni. In fondo io faccio vestiti che mi piace indossare».
A scorrere i dati di bilancio, si intuisce che sono in tanti a condividere i gusti di Consuelo Castiglioni, disertando sempre più le divise fashion in favore di un mix di abbinamenti di lusso. Tra i più caldi sostenitori ci sono i giapponesi che nel 2004 hanno comprato abiti, accessori, borse, scarpe, occhiali e bijoux firmati Marni, per un totale di 14milioni di euro. Come dire che, fatto 100 la torta del fatturato, il 24% è rappresentato dall'Impero del Sol Levante. Un risultato a cui la griffe made in Italy è giunta in tempi piuttosto rapidi.
Estratto da Affari & Finanza del 7/02/05 a cura di Pambianconews