Sàfilo completa la prima parte del piano di ristrutturazione industriale e si appresta a raccogliere i frutti. Vittorio Tabacchi, azionista di maggioranza della multinazionale padovana, conferma che l'azienda sta risalendo la china e ripagherà il debito con i flussi di cassa. Ribadisce inoltre l'opzione Borsa per l'anno prossimo.
Il 37,5% dei ricavi di Sàfilo è realizzato negli Usa: avete riequilibrato il mix ricavi-costi in valuta?
Abbiamo dato in outsourcing, anche nel Far East, una parte delle collezioni minori che non richiedono il made in Italy. Tuttavia la riduzione dei costi in dollari non è sufficiente a compensare la riduzione dei ricavi.
Nei primi nove mesi i ricavi di Sàfilo sono cresciuti del 10% a cambi costanti e del 6% a cambi correnti. E nell'intero anno?
QuelIo dei primi nove mesi si ripercuoterà su tutto il 2004. Ma la crescita, a cambi correnti, sarà positiva. Miglioreranno i margini.
Come si muoveranno i mercati?
Crescerà il Far East e migliorerà di poco l'Europa. Più incerta l'America: spero che, dopo il boom seguito all'11 settembre, la macchina degli investimenti continui a funzionare. Fanno ben sperare le vendite di Natale, che sono state molto vivaci soprattutto per i department store del lusso.
Resta l'obiettivo di ritornare in Borsa nel 2006?
Sì, se le condizioni del mercato lo consentiranno. A quel punto si tornerà alla normalità.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 31/01/05 a cura di Pambianconews