Saranno normali avvicendamenti, ma elencate una dopo l'altra le uscite eccellenti della Salvatore Ferragamo avvengono così spesso, e con tale velocità, da lasciare sbalorditi. Se n'è appena andata Nathalie Gervais, assunta nell'aprile scorso come direttore creativo, ed è rientrato con pieni poteri Graeme Black, nominato responsabile del prêt-à-porter. Nel luglio scorso si è dimesso dai vertici della comunicazione Fulvio Zendrini che è stato sostituito da Clarice Pecori Giraldi, ex Prada, con Victoria Hennessy, ex Versace, come Pr director. Tocco finale, hanno salutato Firenze anche Marco Cenni e Guillaume Hinfray, shoe designer fino alla collezione per l'estate 2005 e ora intenzionati a disegnare scarpe con il proprio marchio. Al loro posto è subentrata un'altra coppia, composta da Katia Choma e Olivier Amiot.
Allora, che cosa succede?
«Ci stiamo riorganizzando», risponde Ferruccio Ferragamo, 59 anni, amministratore delegato della maison da oltre 18. «Capisco che un osservatore esterno possa dire: ci sono troppi cambiamenti. Ma per me un'azienda è come una squadra di calcio: bisogna ottimizzare tutte le posizioni e avere nel ruolo guida chi sa dare le indicazioni opportune e condividere una strategia comune con il resto del gruppo».
Quindi, questo valzer dipende da divergenze di strategie?
«Direi di sì. Negli ultimi cinque anni, il mondo delle scarpe, che per noi rappresenta il 38% del fatturato, è cambiato moltissimo, anche perché ogni marchio di un certo valore ha deciso di produrre la propria linea di calzature. Noi avevamo la fama di fare un prodotto di qualità, comodo e abbastanza classico, ma la nostra clientela ci ha chiesto di andare avanti. Abbiamo dovuto decidere molti cambiamenti, introdurre ruoli diversi, per esempio quello di direttore prodotto per il quale abbiamo scelto Hervé Martin. Con lui è arrivata Gervais, ma ci siamo accorti che le divergenze erano troppe e abbiamo preferito lasciarci subito».
Tutto normale, quindi.
«Riconosco che c'è stata un certo movimento. Ma proprio questa capacità di cambiare mi rende tranquillo. E poi, ci sono i risultati. Abbiamo chiuso il 2004 con un aumento, a tassi costanti, del 9,4% e a tassi correnti del 4,4%. Con un fatturato totale di 549,2 milioni di euro».
Estratto da CorrierEconomia del 31/01/05 a cura di Pambianconews