Fatturati e margini fortemente ridimensionati dal dollaro e a volte addirittura dimezzati: nei primi nove mesi del 2004 il Mol di Tod's si è praticamente dimezzato sotto il peso del super euro, mentre la crescita dei ricavi di Luxottica e It Holding è stata divisa per due, quella di Marzotto per sei. I bilanci 2004 delle società italiane dovranno fare i conti con la depressione del dollaro (e delle monete collegate) che l'anno scorso ha perso, in media, rispetto all'euro il 10% e oltre il 30% sul 2002.
Ne risentono ovviamente anche le quotazioni delle società più esposte sul dollaro e ne soffrono, in particolare, quelle che non hanno un bilanciamento tra ricavi e costi in valuta. Per esempio, Bulgari, tra Usa e Asia, realizza il 64% del fatturato in dollari. Quest'anno Luxottica, dopo l'acquisizione della Cole, realizzerà soltanto il 10% dei ricavi in euro e il 79% negli Usa.
Indenne dalla sindrome del dollaro si dice Terranova, marchio italiano della moda pronta, che con 420 negozi nel mondo fattura oltre 300 milioni di euro. «In generale i nostri competitor, spiega Pierluigi Marinelli, direttore commerciale di Teddy, sono tutti europei, come Pimki, H&M e Inditex: pertanto siamo tutti nella stessa condizione. Per il resto, come il cinese Soho, si tratta di concorrenti che non incutono paura poiché offrono prodotti con livelli qualitativi grossolani. Gap? Negli Stati Uniti non è un nostro concorrente».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 24/01/05 a cura di Pambianconews