Pitti Uomo snobba gli italiani e punta sull'estero. La più importante fiera nazionale dell'abbigliamento maschile, giunta alla 67ma edizione, punta con decisione su una immagine di respiro internazionale. E l'anticipazione dell'apertura a oggi (con la soppressione della domenica) favorisce l'afflusso dei buyers stranieri. Il rischio? Svantaggiare i commercianti italiani che, non potendo lasciare le vetrine nel sabato dei saldi, perdono l'occasione fiorentina.
Un pericolo condiviso anche da Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine che si attende «un calo di visitatori italiano ma bilanciato dalla crescita consistente dei buyers dei Paesi emergenti: Cina ed Europa dell'Est, in primis. Questi Stati, infatti, da produttori si stanno trasformando sempre più in consumatori».
La crescita delle presenze dall'Est era già stata registrata nella manifestazione di giugno, quando gli ospiti cinesi erano saliti da 85 a 298, oltre ai 227 di Hong Kong, mentre Polonia e Repubblica Ceca iniziavano a farsi sentire. Fino a oggi, il numero di accrediti è arrivato a 5.820, con Germania, Stati Uniti e Russia in pole position, mentre il numero di espositori è salito a 630, con 811 marchi dei quali il 37% esteri.
Estratto da Finanza&Mercati del 12/01/05 a cura di Pambianconews