Più di 90 mila posti di lavoro a rischio nel 2005 mentre è appena scoppiato il big bang della liberalizzazione del mercato del tessile e abbigliamento europeo. E' forte il timore tra i produttori italiani a distanza da qualche giorno dalla fine dell'Accordo Multifibre. Sono 30 le categorie di prodotto liberalizzate, ovvero che non hanno più quote che ne limitino le importazioni. E tra questi prodotti c'è il cuore del tessile-abbigliamento italiano, dai pantaloni ai tailleur, dai collant all'intimo, dai tessuti di cotone a quelli di lana. Sull'impatto devastante che potrebbe provocare la fine dell'Accordo Multifibre sull'industria italiana del tessile-abbigliamento nessuno osa fare stime.
Certo è che la Cina prenderà il sopravvento su tutti gli altri paesi emergenti da cui l'Italia importa. Ilche vuol dire che diventerà sempre più potente nello scacchiere dell'industria e del commercio internazionale e sarà in grado di dettare sempre più le sue leggi. Fermandoci all'Italia, le importazioni extra Ue che riguardano le 30 categorie merceologiche liberalizzate valgono secondo gli ultimi dati del 2003 di Sistema Moda Italia, 5 miliardi di euro ovvero un terzo delle importazioni totali del tessile-abbigliamento. Di questa cifra il 10% è della Cina. Cosa potrà succedere adesso? «Che la Cina già da subito, dice Giuseppe Schirone dell'Ufficio Studi di Sistema Moda Italia, potrebbe guadagnare un ulteriore 20% a scapito degli altri paesi emergenti».
«Essere ottimisti in questo momento è agghiacciante», è il commento a caldo di Mario Boselli presidente della camera nazionale della moda e lui stesso imprenditore con aziende a monte e a valle del settore. La fine dell'accordo Multifibre va ad aggiungersi ad una situazione di mercato che da quattro anni a questa parte, trimestre dopo trimestre, è stato contrassegnato da segni meno soprattutto nel fatturato. Solo nell'ultimo anno, dall'ottobre 2003 all'ottobre, 2004 c'è stato un calo del 13,5 nel fatturato a monte e del 13,9 in quello a valle.
Estratto da Affari & Finanza del 10/01/05 a cura di Pambianconews